Belt and Road Initiative 2018

Dal Mar Mediterraneo all’Oceano Pacifico si intersecano antiche e nuove vie che chiamano in causa l’incontro tra culture e le relazioni tra stati e a questo tema è stato dedicato il primo Belt and Road Forum for International Cooperation (BRF) organizzato dal governo cinese che si è tenuto a Pechino nel maggio 2017. L’evento ha rappresentato il primo tentativo pubblico della Cina di raccogliere attorno a sé il sostegno economico e politico internazionale necessario a realizzare la Belt and Road Initiative (BRI), il colossale progetto di collegamento dell’Asia all’Europa e all’Africa Orientale. Si tratta di un programma che mira a essere uno strumento per aumentare il peso culturale, politico e diplomatico della Cina a livello globale, potenziando i flussi commerciali, di risorse energetiche e di trasporto tra i continenti.

L’idea originale di One Belt One Road (in cinese一带一路Yi Dai Yi Lu) risale al 2013 e prevede l’apertura di due corridoi infrastrutturali fra Estremo Oriente e Europa sulla falsariga delle antiche Vie della Seta: uno terrestre (Silk Road Economic Belt) e uno marittimo (Maritime Silk Road). La Belt and Road Initiative oggi si inserisce in una più ampia strategia volta alla realizzazione del “Sogno cinese”: sviluppare, da un lato, la società, l’economia e il territorio della Cina e, dall’altro, potenziare le comunicazioni e i legami materiali e immateriali tra Asia, Africa ed Europa. A livello nazionale e internazionale il tema ha stimolato ampi dibattiti e generato una grande eco mediatica.

Mercoledì 2 maggio esperti e studiosi si riuniranno per discutere il progetto alla luce di diverse prospettive metodologiche. La giornata prenderà le mosse dalla rilevanza storica e culturale del sito di Dunhuang, snodo fondamentale dell’antica Via della Seta e luogo emblematico per la diffusione del Buddhismo in Cina, recentemente riscoperto e valorizzato nel quadro della BRI. Ci si soffermerà sul ruolo strategico rivestito dal Mar Mediterraneo per la sua posizione tra tre continenti, rilevando e discutendo le potenzialità e le criticità da superare per farne il terminal occidentale della Belt and Road Initiative. Spostandosi poi all’estremo opposto delle Vie della Seta, si rifletterà sui rapporti sino-giapponesi in questa fase, sottolineando ciò che attrae oggi il Giappone nell’orbita cinese, rendendolo propenso a partecipare al progetto della BRI, e la logica che lo induce ad assumere una posizione di cautela e a distanziarsene. La giornata si concluderà con due interventi che riflettono sulla narrazione mediatica fiorita intorno all’iniziativa in seguito al Forum del 2017, concentrandosi sul flusso di comunicazione multimediale destinato tanto al pubblico nazionale quanto a quello internazionale.

L’incontro, che si terrà dalle 10.30 alle 14.30 nell’aula T4 del Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione (piazza Indro Montanelli 1, Sesto San Giovanni), è organizzato dall’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali e il Contemporary Asia Research Centre (CARC), con il patrocinio del Centro studi problemi internazionali (CESPI). Ingresso libero.

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I RELATORI:

Jin Zhigang, membro del Consiglio direttivo e direttore dell’Istituto Confucio, è professore associato nella Facoltà di Studi internazionali della Liaoning Normal University, membro ordinario della Società per l’insegnamento del cinese nel mondo ed Esaminatore di cineseputonghua nella provincia del Liaoning. Ha insegnato all’Università statale dell’Estremo Oriente in Russia, all’Università di Belgrado in Serbia e all’Università degli Studi di Milano. Le sue ricerche riguardano la linguistica del cinese moderno, l’insegnamento del cinese all’estero e la sinologia internazionale. Conta più di trenta pubblicazioni a stampa, tra cui tre monografie.

Alessandra Lavagnino, già Professore ordinario di Lingua e cultura cinese presso l’Università degli studi di Milano, è membro del Consiglio direttivo e Direttore di parte italiana dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano. Ha trascorso molti anni in Cina per studio, ricerca e lavoro ed è stata Consigliere per la stampa presso l’Ambasciata d’Italia a Pechino. Ha tradotto e curato la pubblicazione di testi di letteratura cinese antica, moderna e contemporanea ed è autrice di numerosi saggi e articoli sulla cultura cinese. È membro dell’AISC (Associazione Italia di Studi Cinesi), dell’EACS (European Association for Chinese Studies), dell’Associazione cinese di studi sul Wen xin diao long, (Wen xin diao long xuehui 文心雕龙学会). Fa parte del Comitato scientifico delle riviste “Mondo cinese” e “Lingue Culture Mediazione – Languages Cultures Mediation”.

Elisa Giunipero dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in Storia sociale e religiosa dell’età contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e aver ottenuto un assegno di ricerca in Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano, dal 2008 a gennaio 2017 è stata ricercatrice di Storia contemporanea presso il Dip. di Scienze storiche dell’Università Cattolica e titolare dell’insegnamento di Storia della Cina contemporanea presso lo stesso ateneo. Nel 2014 è stata visiting scholar presso l’International Center for Studies of Chinese Civilization, Fudan University (Shanghai). Dall’aprile 2015 è direttrice dell’Istituto Confucio dell’Università Cattolica e dal febbraio 2017 è professore associato di Storia della Cina contemporanea. Dirige la collana “La via della seta”, Ed. Guerini e Associati, Milano e ha recentemente curato la pubblicazione del volume Uomini e religioni sulla via della seta (2017).

Dino Gavinelli insegna Geografia urbana e regionale, Geografia culturale e Geografia del turismo all’Università degli studi di Milano. Ha insegnato anche nelle Università di Genova, del Piemonte orientale e di Venezia e come professeur invité (Paris VII-Jussieu e  Paris X-Nanterre). Le sue ricerche affrontano, a diverse scale geografiche, una pluralità di temi: l’organizzazione regionale; la geografia culturale, dei luoghi e delle culture locali; gli spazi rurali; il fenomeno urbano; il turismo e le aree protette; la didattica e gli strumenti della geografia. Fa parte del comitato scientifico di alcune riviste geografiche italiane ed estere ed è valutatore di progetti di ricerca per conto del MIUR. E’ direttore della rivista “Geography Notebooks” (LED Edizioni) e condirettore delle collane di geografia Kosmos (Mimesis Edizioni) e Tratti Geografici (FrancoAngeli).

Corrado Molteni ha conseguito una Laurea in Economia e Commercio alla Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano. Ha continuato i suoi studi in Giappone, conseguendo i titoli di Master e Ph. D. in Area Studies alla Hitotsubashi University di Tokyo. Oggi è docente (Professore Ordinario) di Cultura Giapponese presso il Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali dell’Università degli Studi di Milano. Dal gennaio 2018  è Senior Advisor presso l’ISPI, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale di Milano. È stato Addetto Culturale (grado di Consigliere) presso l’Ambasciata di Tokyo dal 2007 al 2017. Ha ricoperto la carica di Segretario Generale e di Presidente dell’Aistugia, l’Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi.

Emma Lupano è ricercatrice TDA di Lingua e cultura cinese presso l’Università degli studi di Milano. Si occupa della relazione tra discorso istituzionale e discorso mediatico in Cina, della pratica professionale e dei generi del giornalismo cinese e degli aspetti culturali, politici e linguistici dello sport in Cina. Dottore di ricerca dal 2011 (Università di Roma “Sapienza”), ha lavorato alla University of Hong Kong e alla Peking University. È giornalista professionista ed è stata la prima giornalista italiana a lavorare nella redazione dello storico Quotidiano del popolo, a Pechino. Ha scritto Zhongguo jizhe. Giornalisti cinesi: linguaggio e identità professionale (Unicopli) e Ho servito il popolo cinese. Media e potere nella Cina di oggi (Brioschi editore).

Natalia Riva è Dottore di ricerca in Storia, istituzioni e relazioni internazionali dell’Asia e dell’Africa moderna e contemporanea presso l’Università degli studi di Cagliari. I suoi studi si concentrano sulle dinamiche culturali, sociali e politiche della Cina contemporanea, sulle strategie culturali e sul soft power nel contesto cinese, e su aspetti socio-linguistici del cinese moderno. Docente di Lingua e cultura cinese e di Storia della Cina contemporanea presso diverse università italiane, è traduttrice e membro dell’AISC (Associazione Italia di Studi Cinesi), dell’EACS (European Association for Chinese Studies) e del CARC (Contemporary Asia Research Centre).

Bettina Mottura è Professore associato di Lingua e cultura cinese presso il Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali, e coordinatore scientifico del Contemporary Asia Research Center (CARC) dell’Università degli Studi di Milano. La sua ricerca si concentra sulla cultura e la lingua cinese contemporanea, con particolare attenzione al discorso delle istituzioni e dei media. Ha pubblicato con A.C. Lavagnino Cina e modernità. Cultura e istituzioni dalle Guerre dell’Oppio a oggi (Carocci 2016) e nel 2017 ha contribuito alla cura di diversi volumi tra cui Media & Politics. Discourses, Cultures, and Practices (Cambridge Scholars Publishing 2017).

 

 

Data
02/05/2018 - 10:30
Indirizzo
Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione - Aula T4 - Piazza I. Montanelli, 1 (Sesto San Giovanni)
Partecipazione
Ingresso libero