I registi Liu Jie e Li Jiaxi incontrano il pubblico milanese
Si sono tenuti ieri, 27 marzo, gli incontri con i registi Liu Jie e Li Jiaxi, ospiti dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano in occasione della 29° edizione del Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina (Fescaaal). Al primo incontro, presso il Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione, erano presenti i direttori dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, la professoressa Alessandra Lavagnino e il professore Jin Zhigang, che ci hanno tenuto a ringraziare i registi per la loro presenza, e Marco Müller, direttore del Pingyao Crouching Tiger Hidden Dragon International Film Festival, per la preziosa collaborazione con l’Istituto Confucio.
“Hanno due diversi modi di produzione, ma sono accomunati dal fatto che nessuno dei due ha mai studiato regia” ha affermato Müller presentando i registi “Liu Jie ha studiato fotografia del cinema all’Accademia del cinema di Pechino e ha iniziato a lavorare come direttore della fotografia. Li Jiaxi ha studiato recitazione al Conservatorio d’arte di Nanchino, mentre regia, sceneggiatura e montaggio li ha studiati da sola”.
Nel corso dell’incontro Liu Jie, regista di “Baby”, ha raccontato il suo percorso, sottolineando come le sue esperienze di fotografo cinematografico lo abbiano aiutato a formarsi come regista e produttore cinematografico.
Li Jiaxi, regista di “Dont’ walk away” e prima regista donna dello Shanxi, ha spiegato come la curiosità – per luci, suono e fotografia – l’abbia influenzata positivamente nella scelta della scenografia e nel dirigere il suo primo film.
Tra i temi toccati, anche un aspetto fondamentale del cinema in Cina oggi: la differenza tra arte e commercio, tra creatività pura e industria. In risposta a una domanda sollevata da Müller, Liu Jie ha spiegato: “In cina, in realtà, il pubblico di pellicole commerciali e film d’essai è molto distinto ed è difficile che si mischino tra loro, perché oggi la vita, pressata da una grande velocità, provoca uno stress anche sul pubblico che non ha voglia, quindi, di dedicarsi a film impegnati anche quando va al cinema. I film d’essai, che faccio io” continua Liu Jie “necessitano di un interesse che non cresce nelle persone già stressate, soprattutto nel giovane pubblico”.
I registi hanno, poi, raccontato le loro esperienze anche al pubblico del Festival Centre, prima della proiezione di apertura della sezione “Hidden Dragons”, in programma al Fescaaal dal 27 al 30 marzo. Gli incontri sono stati un’opportunità per cogliere degli spaccati autentici e originali della Cina di oggi.
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