Al cinema con Confucio
Gennaio 2021
Inauguriamo oggi una nuova rubrica sul cinema cinese in collaborazione con il Far East Film Festival.
Ospite d’accezione per questa prima uscita è Marco Müller che ci racconta di uno dei “padri della straordinaria ondata di creatività cinematografica di Hongkong”, Tsui Hark, e della sua trilogia del Detective Dee.
徐克 Xu Ke/Tsui Hark
La trilogia del Detective Dee
A cura di Marco Müller
Uno tra i padri della straordinaria ondata di creatività cinematografica hongkonghese che va sotto il nome di “Hong Kong New Wave”, dalla fine degli anni Settanta Xu Ke/Tsui Hark ha dato un contributo fondamentale a quella stagione di rinnovamento estetico e formale. Dai suoi lavori è scaturita una nuova idea di cinema popolare, intelligentemente spettacolare e perfettamente stilizzato, che ha lasciato tracce in tutto il mondo – e influenzato il film d’azione hollywoodiano degli ultimi tre decenni. I suoi film sono in equilibrio tra generi tradizionali e innovazione, autorialità ed esigenze commerciali; celebrano l’azione, affascinando lo spettatore, ma anche affrontando – senza coprirsi le spalle con l’ideologia – i punti nodali dell’identità e della cultura cinese.
Potete magari pensare di trovarlo al punto dove l’avevate lasciato, ma ogni volta Xu Ke/Tsui Hark sarà già oltre. Perché non ha mai smesso di sperimentare, scavando dentro i generi, esplorando i confini delle tecnologie proprio mentre ne segue l’evoluzione continua. Ha ripensato la tradizione cinematografica cinese, fatto esplodere codici e convenzioni del cinema occidentale. È riuscito a riscrivere i modi di produzione – dimostrando, ieri, come combinare low-budget e spettacolo intelligente, e oggi, come continuare a rischiare (vincendo la scommessa) anche di fronte ai budget giganteschi messi a disposizione dalle nuove majors cinesi (basta vedere i tre straordinari film che ora scoprirete, la trilogia dedicata a Di Renjie, il ‘Detective Dee’).
Ogni volta che si è guardato alle spalle, recuperando dal cinema del passato tradizioni e personaggi, Xu Ke/Tsui Hark ha assorbito nuova linfa vitale trasformandola creativamente in quello che è uno stile inconfondibile, fatto di precisione fotografica, perfezione coreografica e audacie di montaggio. Anche se può sembrare, davanti agli ultimi titoli della sua filmografia, che le inclinazioni professionali di Xu Ke/Tsui Hark lo leghino ancora una volta al film di cappa e spada, quel cinema di eroi cavallereschi (wuxia) di cui ha scritto alcune tra le pagine più esuberanti, la varietà dei film che ha realizzato dimostra che è difficile incasellarlo in un genere o un filone.
A riprova di questo, il primo film della trilogia Detective Dee che ora scoprirete, 狄仁傑之通天帝國 / Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma può senz’altro essere etichettato come “film di cappa e spada”, ma è anche un thriller, un film d’azione, un film mitologico carico di effetti speciali, un film in costume con valenze di metafora politica (potete forse leggervi in filigrana alcuni eventi della storia della Cina), e persino una commedia romantica – insomma, uno straordinario compendio del cinema di Xu Ke/Tsui Hark.
Roberto Silvestri, uno fra i primi estimatori in Italia dell’opera di Xu Ke/Tsui Hark (che ho iniziato a presentare già nel lontano 1982) ha scritto a proposito del film: “Non è il solito polpettone in costumi antichi in gloria dei buoni sentimenti eterni. È estremamente particolare il modo di trattare il passato politico dell’Asia (e i suoi miti) quando un copione “di genere” arriva tra le mani di uno dei poeti del cinema punk, Tsui Hark. (…) Non a caso l’opera è stata una prima scelta della Mostra di Venezia 2010”.
Sì, il film l’avevo addirittura inserito nel Concorso della Mostra di Venezia, quand’ero direttore. E nel 2014 ho attribuito a Xu Ke/Tsui Hark il Premio alla carriera del Festival di Roma, invitando il regista francese Olivier Assayas a consegnarlo e a discutere sul palco con il regista.
Come chiusura di questa presentazione, lascio la parola ai due registi in dialogo, che vi forniranno il contesto, augurandovi una buonissima visione. E assicurandovi che: potete stare sicuri, Xu Ke/Tsui Hark non smetterà di affascinarci e sorprenderci!
Olivier Assayas: Don’t play with fire è stato il primo film dei tuoi che io abbia mai visto, in cassetta vhs! Ricordo che ne rimasi profondamente impressionato: era radicale, sperimentale, violento, vigoroso in un modo che non avevo mai visto prima in un action e che ancora non riuscivo a comprendere del tutto. Uno poteva anche intuire che avresti di lì a poco trasformato per sempre il panorama del cinema cinese e dunque di quello mondiale, anche se quella non era un’epoca in cui si riuscivano ancora a vedere con coerenza e non soltanto in maniera casuale i film di Hong Kong, seguire il cinema cinese al di fuori dei festival, dove veniva programmato grazie soprattutto a divulgatori come Marco Müller. (…)
Tsui Hark: E’ paradossale come un territorio alla fine così piccolo come Hong Kong abbia prodotto artisti che è possibile ritrovare in un modo o nell’altro sparsi oggi davvero in giro per tutto il mondo, vero? Quando Hollywood iniziò a chiamarci, contribuimmo a rendere profondamente instabile anche l’industria americana! Ho cercato di spostarmi sempre, muovermi lontano da quello che avevo già fatto, con l’ambizione di lasciare qualcosa che restasse al di là del tempo concesso alla mia vita. (…) Del resto, quando mi proposi come regista alle emittenti televisive fu per lavorare come documentarista, nelle redazioni giornalistiche. Ma finivo puntualmente richiamato per girare questa o quella serie tv: le prime volte ero convinto si trattasse di un errore, adesso più di 35 anni dopo mi chiedo se invece non si tratti di destino.
Olivier Assayas: Quando i Cahiers du cinéma mi mandarono a Hong Kong per curare un intero numero speciale dedicato alla storia e al presente dell’industria del cinema dell’isola, scoprii davvero l’intera new wave dei giovani cineasti locali, autori che avevano studiato all’estero ed erano tornati per poi modificare radicalmente le strutture degli Studios dell’epoca. Tsui era a capo di questa avanguardia. Stava girando Zu, una pietra miliare, un grosso film di effetti speciali, il primo mai girato a Hong Kong, legato profondamente al mondo magico della tradizione, della letteratura e dell’immaginazione cinese. E solo ora possiamo capire come lui si fosse posto per primo la questione dell’accessibilità degli effetti speciali, aprendo il mondo allo spazio tutto nuovo del cinema cinese, sfidando il monopolio americano del film fantastico realizzato su larga scala. Per me Zu è il primo passo di tutto quello che ha portato ai film del Detective Dee. Lo stile energico di Tsui, la reinvenzione moderna del cinema classico, le inquadrature astratte e il montaggio veloce, tutto quello, cioè, che chiunque, me compreso, ha cercato di rubargli, in Cina come a a Hollywood, insomma il suo approccio profondo al mezzo e la sua urgenza. (…)
Tsui Hark: Già nei primi anni ’80 avevamo attraversato un periodo da “giovani arrabbiati”: eravamo tutti delusi della fine che avevano fatto le nostre ambizioni di cineasti, la carriera in cui eravamo stati buttati senza alcuna esperienza nel trattarre il mercato del grande schermo, dopo il nostro apprendistato in televisione negli anni tra il ’76 e il ’79, quando l’ambiente era pieno di opportunità lavorative. Iniziare in tv era come frequentare una scuola di cinema per molti giovani registi di Hong Kong che volevano sperimentare con le tecniche narrative all’interno di un sistema produttivo veloce e industriale: il ritmo frenetico a cui si giravano gli episodi delle serie, che dovevano essere pronti in 3-5 giorni, fu per tutti noi un esercizio. Per questo, persino i film della serie Detective Dee devono molto a quell’esperienza.
Biografia
Nato a Canton ma cresciuto in Vietnam fino all’età di 14 anni, Tsui Hark ha studiato cinema negli USA e ha poi continuato “sul campo” la sua formazione, lavorando per le principali reti televisive locali. Nel corso di una lunga e prolifica carriera ha firmato la regia (ma anche prodotto) alcuni dei maggiori campioni d’incasso del cinema di Hong Kong.
Con Once Upon a Time in China, trilogia che recupera il personaggio del mitico maestro di arti marziali Wong Fei-hung, Tsui Hark ha fatto di Jet Li una star di grandezza planetaria. Con la trilogia “A Chinese Ghost Story” (“Storia di fantasmi cinesi”), Tsui Hark ha reinventato il racconto tradizionale di fantasmi cinese, ibridandolo con le arti marziali e la commedia romantica. Regista rivoluzionario per come ha integrato i moderni effetti speciali nel tessuto della tradizione del cinema cinese, Tsui Hark è un cineasta totale – ammirato da colleghi del calibro di George Lucas, Steven Spielberg, James Cameron, Sam Raimi e Quentin Tarantino.
Tsui Hark ha prodotto e lanciato, tra gli altri, cineasti come Ching Siu-tung, Kirk Wong, Raymond Lee. È stato grazie al suo straordinario intuito se John Woo, dopo anni di militanza nel cinema di consumo, ha potuto dirigere, proprio mentre meditava di abbandonare il cinema, un nuovo seminale noir, il capolavoro A Better Tomorrow. Nei suoi film ha lavorato con le più celebri star del cinema di Hong Kong, come Chow Yun-fat, Andy Lau, Leslie Cheung, Anita Mui, Maggie Cheung, Anita Yuen,
Tsui Hark è stato autore di titoli di culto quali Zu: Warriors from the Mountain (1983), Shanghai Blues (1984), Peking Opera Blues (1986), A Better Tomorrow III (1986), Swordsman (1990), Green Snake (1993), The Lovers (1994), The Blade (1995), Seven Swords (2005).
All’indomani del 1997, quando Hong Kong torna a far parte della Cina, Tsui Hark sbarca a Hollywood, dove dirige due film d’azione interpretati da Jean-Claude Van Damme, Double Team – Gioco di squadra (Double Team, 1997) e Hong Kong colpo su colpo (Knock Off, 1998), atraverso i quali conduce a un punto di non ritorno il genre “action movie”, contribuendo così a lanciare il cinema postmoderno di genere. Nel 2005, con Seven Swords, coreografato dal grande Liu Jialiang/Lau Kar-leung, il regista apre la 62. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Con un centinaio di film all’attivo, fra regie e produzioni, Tsui Hark è non solo uno dei nomi più rappresentativi del cinema asiatico contemporaneo ma anche un maestro del cinema riconosciuto a livello mondiale.
I film della trilogia del Detective Dee sono disponibili sulla piattaforma FAREASTSTREAM.