Grande successo per l’incontro di Yu Hua con i lettori – Milano accoglie nuovamente l’autore
Maggio 2024

Il 13 maggio, in occasione dell’uscita in Italia de “La città che non c’è” (文成, Wén chéng ) del celebre scrittore cinese Yu Hua più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura, l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con Feltrinelli editore, ha accolto l’autore presso la sede della Fondazione Feltrinelli. All’incontro hanno partecipato il prof. Fu Haifeng, Direttore cinese dell’Istituto Confucio, la prof.ssa Bettina Mottura, Direttrice esecutiva dell’Istituto Confucio, il giornalista del Corriere della Sera Marco Del Corona, la prof.ssa dell’Università degli Studi Milano Bicocca Silvia Pozzi traduttrice italiana del romanzo “La città che non c’è” e Chiara Bartoletti, traduttrice dell’incontro.

L’incontro ha ricevuto un gran numero di prenotazioni online e numerosi sono stati gli spettatori speranzosi di incontrare l’autore che sin dalle prime ore del pomeriggio erano in cosa ad attenderlo. Centinaia sono stati anche i lettori che hanno avuto l’opportunità di seguire l’incontro in diretta Facebook sulla pagina della Fondazione Feltrinelli.

All’inizio dell’incontro il prof. Fu Haifeng ha accolto lo scrittore con un sentito e caloroso discorso di benvenuto, durante il quale ha ripercorso le origini del profondo legame tra Yu Hua, l’Italia e l’istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano e ha espresso ancora una volta gratitudine per le brillanti lezioni che l’autore ha rivolto agli studenti del Polo di Mediazione interculturale e comunicazione di Sesto San Giovanni in occasione della sua ultima visita nel 2018.

L’incontro è stato guidato dalla Professoressa Bettina Mottura e dal giornalista del Corriere della Sera Marco Del Corona che, insieme all’autore, hanno approfondito una serie di temi di particolare interesse per i lettori, tra i quali le ragioni per cui “La città che non c’è” è ambientato tra la fine della dinastia Qing e l’inizio della Repubblica di Cina, la violenza e, allo stesso tempo, la tenerezza che caratterizzano il romanzo, la caratterizzazione dei personaggi femminili, la descrizione delle virtù tradizionali e dei paesaggi cinesi, il rapporto tra lettori e scrittori, i futuri progetti di scrittura e i suggerimenti per gli aspiranti scrittori.
Le battute e le risposte spiritose dell’autore hanno soddisfatto la curiosità dei lettori oltre ad aver reso il clima disteso e divertente, tra numerosi applausi e risate da parte del pubblico.


Di seguito riportiamo per voi i passi più interessanti di questa intensa conversazione con l’autore
Bettina Mottura: Nello sfondo di “La città che non c’è” c’è violenza e dolore ma, allo stesso tempo, il romanzo trasmette anche fiducia nell’umanità. Mi piacerebbe sapere se Yu Hua ha scelto consapevolmente di far prevalere la fiducia nell’umanità in questo romanzo e se può spiegarci come mai. Grazie
Yu Hua: Nel romanzo ci sono diverse descrizioni di scene violente, che sono anche in linea con il contesto dell’epoca. Per compensare alla violenza di queste scene mi è sembrato giusto dare ampio spazio anche all’amicizia, al calore e persino all’amore tra le persone.

Bettina Mottura: Nel romanzo i personaggi femminili più importanti sono quattro: la bambina, la madre adottiva, la suocera e la madre. La seconda parte della narrazione nel romanzo è incentrata molto sulla madre (Xiaomei). Questa parte ha richiesto strategie particolari? È stato più difficile scrivere questa parte rispetto alla parte in cui si parla invece dei numerosi personaggi maschili?
Yu Hua: Xiaomei è il personaggio più importante del racconto, è il cuore pulsante mentre i personaggi maschili sono i polmoni. Perciò se il cuore si ferma, si fermano anche i polmoni.
Marco Del Corona: Se qualcuno ti chiedesse quale storia dovrebbe raccontare se volesse pubblicare un romanzo, che consigli daresti?
Yu Hua: C’è solo un modo: scriverlo! Continuare a scrivere! È come se la vita fosse fatta di tante esperienze. Se non si scrive è come se non si avessero esperienze nella vita.


L’incontro milanese con Yu Hua ha ricevuto una calorosa accoglienza da parte dei suoi lettori cinesi e italiani e di un gran numero di appassionati di letteratura e ha avuto grande eco tra la cittadinanza.
Il grande successo riscosso da questo evento contribuirà sicuramente ad accrescere ancora di più la partecipazione e l’attenzione rivolta alle attività culturali dell’Istituto Confucio degli Studi di Milano e promuoverà gli scambi e il dialogo tra la letteratura cinese e italiana.
L’Istituto Confucio da sempre si impegna a porre le basi per un dialogo tra la lingua e la letteratura cinese e italiana, a promuovere scambi bidirezionali tra le letterature dei due paesi attraverso nuove forme, canali multipli e localizzati. Oltre a fungere da ponte per gli scambi linguistici e culturali tra Cina e Italia, l’Istituto si propone di diffondere voci cinesi e a raccontare storie cinesi.