conferenze su Confucio
CICLO DI INCONTRI “CONOSCERE CONFUCIO”
Ad aprire il ciclo di incontri lunedì 1 febbraio presso la Casa della Cultura di Milano è stata una relatrice d’eccezione: Renata Pisu, giornalista, sinologa e divulgatrice di “cose” e vicende cinesi, che per molti anni ha vissuto tra l’Italia e il Paese di Mezzo.
Nel suo incontro, dal titolo “Confucio e Mao: le alterne fortune del Saggio nella Nuova Cina”, Renata Pisu ha raccontato al pubblico accorso numeroso – anche con ricordi personali e aneddoti – le alterne vicende del pensiero confuciano in Cina. Nel XX secolo Confucio ha rischiato di essere messo al bando in una Cina che tentava di liberarsi della tradizione per affrontare la modernità. Sin dai primi anni del Novecento si sono levate voci di eminenti studiosi contro “Confucio e la sua bottega” che hanno raggiunto il parossismo all’epoca della Rivoluzione culturale, negli anni Sessanta. La condanna del Saggio e, ora, la sua riabilitazione permettono la ricostruzione degli anni più tempestosi, dal punto di vista ideologico e sociale, della Cina contemporanea.
Il secondo incontro, avvenuto lunedì 15 febbraio, ha avuto un taglio più marcatamente filosofico: Amina Crisma, docente di Sinologia all’Università di Padova, ha parlato di “Confucio: soltanto una banale saggezza? Per una lettura non convenzionale delle fonti di un grande umanesimo”.
Secondo un luogo comune assai diffuso in Occidente, il confucianesimo sarebbe un pensiero intrinsecamente conservatore, volto a una supina accettazione della realtà esistente e costitutivamente incapace di immaginare un mondo diverso. Amina Crisma cercherà di ribaltare questo stereotipo, richiamandosi ad alcuni concetti chiave dei Dialoghi di Confucio, come “il senso dell’umanità” e il “senso di giustizia”, che si configurano come obbedienza alla sovranità di una norma superiore a ogni umano potere: un’idea, questa, che contiene in sé tutte le potenzialità della rimostranza.
A chiudere il ciclo è stata lunedì 22 febbraio Valeria Varriano, docente di lingua cinese presso l’Orientale di Napoli, con “Confucio in Tv risponde alle domande del tempestoso presente”, un incontro che si è rivelato particolarmente divertente e curioso e che ha spiegato – anche con la proiezione di filmati – come il pensiero di Confucio sia stato reinventato e riadattato al presente grazie ad un popolarissimo programma televisivo che dal 2006 viene trasmesso sulla rete di stato CCTV.Qui, un Confucio, dall’aspetto di dolce vecchietto da cartone animato, risponde alle ansie di una società dai ritmi frenetici. Personaggio moderno, Confucio spiega in TV alla Cina di oggi “come vivere quella vita felice di cui il nostro spirito ha bisogno, come adattarsi all’ordine quotidiano, come trovare le proprie coordinate personali”.
Tutti gli incontri, rigorosamente a ingresso libero, sono stati introdotti da Alessandra Lavagnino, direttore dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano.