Dialoghi – Cina e “zhongcao”: il caso Chongqing

Febbraio 2025

Nota tra i turisti occidentali come “città futuristica” o “città cyberpunk”, Chongqing è l’esempio di come i trend virali su social media e app di video brevi rimodellino l’industria del turismo. “Dialoghi: Confucio e China Files” è una rubrica in collaborazione tra China Files e l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano.

Di Vittoria Mazzieri

“Che strano!”, mi sento rispondere con malcelato sarcasmo da una ragazza che lavora saltuariamente nel ristorante cinese dei suoi genitori, quando conversando a fine cena svelo a lei e a sua madre che entro l’anno mi piacerebbe fare un viaggio nel Sichuan e includere anche Chongqing: “Ormai va troppo di moda, vogliono andare tutti lì!”

In effetti navigare su Instagram con un algoritmo che registra le preferenze in tema Asia significa imbattersi in una miriade di reel dedicati alla metropoli, alle sue caratteristiche morfologiche e agli scorci urbani più di tendenza. Che agli occhi dei visitatori occidentali l’Asia finisca per essere incasellata in predefiniti pacchetti di esperienze, quelle mistiche e spirituali da una parte e quelle caotico/distopiche dall’altra, non è un fatto nuovo. Lo dimostra una città come Hong Kong, che ogni anno accoglie visitatori interessati a collezionare visite fugaci a giganti condomini densamente popolati (opportunamente testimoniate sui social media) più che ad approfondire altri aspetti di natura storica e culturale.

Negli ultimi anni Chongqing è passata dall’essere una città semi-sconosciuta fuori dei confini della Repubblica popolare a diventare una destinazione popolare a livello internazionale. Nota anche per uno degli scandali politici più clamorosi degli ultimi decenni con il processo nel 2013 dell’ex potente leader di Partito della città Bo Xilai, Chongqing vanta una posizione strategica: si trova al centro del corso del fiume Yangtze, che nasce nell’altopiano Qinghai-Tibet e procede in orizzontale fino a sfociare nel Mar cinese orientale, e conta la presenza di un importante porto fluviale che ha svolto un ruolo centrale nello sviluppo della Cina occidentale. Nel 1997 si separa dalla provincia del Sichuan e saluta una nuova fase di rapida urbanizzazione, dopo aver ottenuto lo status di municipalità autonoma al pari di Pechino, Shanghai e Tianjin.

Ma delle quattro Chongqing è alla lunga quella più estesa e popolosa: grande come 13 volte Shanghai, l’intera area metropolitana ospita quasi 33 milioni di abitanti, a fronte dei circa 25 milioni che abitano nel polo finanziario di importanza mondiale. A interessare i visitatori è più che altro quell’atmosfera da “città cyberpunk” che si genera dalla commistione tra la selva di grattacieli costruiti su formazioni montuose e il cielo quasi sempre lattiginoso per la nebbia e l’umidità su cui si stagliano le rotaie della metropolitana che passa attraverso un condominio di 19 piani.

I video che mostrano la linea 2 della metro entrare e uscire da un condominio di 19 piani sulle sponde del fiume Jialing, affluente dello Yangtze e secondo corso d’acqua che attraversa la metropoli, fanno il paio con altri contenuti virali, in cui i content creator si filmano mentre camminano in una piazza circondata da edifici e pagode per poi raggiungere un lato della piazza e guardare giù, verso il vuoto. O, meglio, verso i 22 piani della torre Kuixing (魁星楼, Kuixinglou, un tempo edificio dove si adorava Kuixing, dio degli esami, e oggi struttura ospedaliera), che ospita la piazza praticamente sul tetto.

Secondo blog e agenzie di viaggio, questi due casi contribuiscono a svelare la magia di una città che offre scorci indimenticabili tra cielo e terra. Nel 2022 si è assicurata la prima posizione nell’ambita Beautiful City List di Douyin, la piattaforma social cinese di cui TikTok è la versione internazionale, per 20 mesi consecutivi. Non mancano però i video brevi che raccontano le implicazioni scomode di una città che cresce verticalmente per scovare spazi in modo ingegnoso: penuria di luce naturale per chi vive e lavora ai piani inferiori e un ingarbugliato trasporto pubblico che mette a dura prova i pendolari.

Ma i turisti non sembrano lamentarsene. Un report presentato ad aprile dello scorso anno dalla China Tourism Academy inserisce la città tra le prime dieci del paese per tasso di soddisfazione dei visitatori, grazie a iniziative per migliorare la loro experience come deviare il traffico dalle aree di interesse, migliore il trasporto pubblico, garantire la regolamentazione del mercato turistico e promuovere quello digitale. Secondo la Commissione per la cultura e lo sviluppo del turismo della municipalità, durante la settimana di festa nazionale a ottobre 2024 Chongqing ha accolto 22,6 milioni di turisti cinesi, con un aumento del 14,1% rispetto allo scorso anno. La spesa dei visitatori è aumentata di quasi del 16%, superando i 15 miliardi di yuan.

Chongqing sembra dimostrare la riuscita delle strategie di promozione turistica del governo municipale, ma emerge anche e soprattutto come un esempio di successo della cosiddetta economia “Zhong Cao” (种草), letteralmente “seminare erba”, da anni espressione nota nel mondo dei social media e del marketing e traduzione letterale del “seeding”: in parole povere, la strategia che prevede di creare e distribuire prodotti o contenuti affidandosi alla raccomandazione di influencer e di altri utenti che condividono le proprie esperienze reali.

Sui social media e sulle app di video brevi, le testimonianze di comuni utenti o creator più o meno noti (tra questi c’è Ryan, creator cinese che imita Donald Trump) finiscono per generare nei fruitori sentimenti di “attaccamento al luogo”. Come scrive su Sitxh Tone Sun Yuting parlando dell’impatto dei video brevi, «la forma fa appello direttamente alle emozioni del pubblico e stabilisce rapidamente una connessione, mentre il contenuto approfondisce la comprensione di un luogo da parte dello spettatore e lo incoraggia a immergersi emotivamente tramite commenti e Mi piace, formando così un attaccamento».

Ma, come capita spesso quando si parla di trend social, la popolarità e l’interesse possono nascere e morire nel giro di una stagione turistica. Nel 2023 Zibo, città dello Shandong, è diventato l’unico polo turistico della “cintura della ruggine”, area con alta concentrazione industriale e un basso Pil pro capite a nord-est del paese. Orde di visitatori si sono riversati in città per assaggiare il suo barbecue, diventato virale su Xiaohongshu, la piattaforma per eccellenza della pratica del zhongcao.

Il dibattito sui vantaggi e svantaggi per una comunità di fare affidamento sulle sole risorse turistiche, con il rischio che non siano stabili a lungo termine, si fa anche carico delle riflessioni sulle conseguenze dell’impatto turistico sull’ambiente e sulla cultura locale. Nel 2024, i visitatori che sono entrati nella Repubblica popolare approfittando dell’esenzione dal visto sono stati 20 milioni, un aumento del 112% rispetto al 2023. Malgrado la recente ripresa post-pandemia, il sovraffollamento turistico è da tempo un tema molto sentito in alcune località del paese. 

I residenti di Chongqing hanno iniziato a ricevere l’allarme-turisti dal governo municipale già nel 2019, quando la metropoli era una meta gettonata solo dentro i confini del paese: la notifica si ripresenta ad ogni picco stagionale, uno tra tutti la golden week della festa nazionale di ottobre, quando si ricorda puntualmente ai locals di restarsene in casa e di evitare le aree di maggiore interesse.