Dialoghi – Pechino: “Valutate con cautela viaggi negli Usa”
Aprile 2025

Un avviso da parte del ministero della Cultura e del Turismo è una delle ultime misure adottate dalla Cina in risposta alle politiche protezionistiche e “ostili” di Donald Trump. “Dialoghi: Confucio e China Files” è una rubrica in collaborazione tra China Files e l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano.
Di Agnese Ranaldi
“Il deterioramento delle relazioni economiche e commerciali tra Cina e Stati Uniti e la situazione della sicurezza interna” sono per Pechino una buona ragione per mettere in guardia i cittadini cinesi dal viaggiare negli Stati Uniti. Mercoledì 9 aprile il ministero della Cultura e del Turismo ha emesso un avviso ufficiale esortando turisti e studenti a riconsiderare viaggi di piacere e di studio oltreoceano, per via delle tensioni diplomatiche scaturite dalle nuove misure protezionistiche dell’amministrazione Trump, ritenute ostili dalla Cina. Ai dazi (关税, guānshuì) di Washington – che il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian ha definito “atti egemonici e di bullismo” – Pechino ha risposto con contromisure che danno nuovo vigore alla guerra commerciale (贸易战, màoyì zhàn) in corso tra i due Paesi. A seguito delle raccomandazioni da parte delle autorità, riporta il quotidiano statale Global Times, diversi turisti cinesi hanno cancellato o modificato i loro piani di viaggio. Il ministero dell’Istruzione, invece, ha avvisato che l’Ohio ha promulgato leggi considerate ostili verso gli studenti cinesi, per questo sono stati invitati a valutare bene i loro progetti per il futuro negli Usa.
L’amministrazione Trump ha imposto dazi fino al 145% su prodotti cinesi, inclusi semiconduttori, farmaci e componenti per veicoli elettrici, e Pechino di tutta risposta ha vietato l’importazione di aerei Boeing, colpendo uno dei settori chiave dell’industria statunitense. Secondo il Times, questa decisione influisce su ordini già effettuati da compagnie come Air China e China Southern, e potrebbe avvantaggiare concorrenti come Airbus e il produttore cinese Comac. La Cina ha fatto leva anche sulla sua posizione dominante in materia di terre rare, elementi essenziali per la corsa tecnologica globale (soprattutto per auto, droni, robot e missili cari a Elon Musk), di cui ha sospeso l’esportazione negli Usa. Ma secondo Foreign Affairs “Washington è passata dal pessimismo all’eccesso di fiducia” credendo di poter agire da sola nella competizione economica con Pechino, e questo non può che portare a un circolo vizioso protezionistico che si sta trasmettendo velocemente a tutte le dimensioni economiche su entrambe le sponde dell’Atlantico.
Turisti cinesi: “Preoccupa aumento delle tensioni”
Ma la Cina non ha risposto solo sul piano commerciale: Pechino punta ora a tenere i turisti cinesi lontani dai viaggi negli Stati Uniti. Come riporta Sixth Tone, prima della pandemia i visitatori cinesi erano il gruppo più numeroso di turisti stranieri negli Usa, e spendevano oltre 5mila dollari per viaggio. Nel 2019, circa 2,83 milioni di turisti cinesi hanno visitato gli Stati Uniti. Poi nel 2023 questo numero è sceso a circa 1,1 milioni, rappresentando una diminuzione di circa il 60% rispetto al 2019. “Il settore turistico statunitense dovrà attendere almeno altri due anni – spiegava Reuters ad aprile 2024 – prima che il lucroso turismo cinese torni ai livelli pre-pandemici, dato che la crescita lenta e i costi elevati nel Paese asiatico tengono i turisti lontani dall’America”. Oggi, l’invito del ministero a “valutare a pieno i rischi di un viaggio negli Stati Uniti” e di “viaggiare con cautela” è stato preso molto seriamente dai cittadini, che sono abituati a ricevere tali avvisi solo “in momenti di grave preoccupazione”, sottolinea il magazine cinese. “L’attuale tensione ha alterato l’atmosfera del viaggio e ha aumentato le mie preoccupazioni per la sicurezza”, ha detto una netizen dello Anhui al Global Times, mentre un altro ha dichiarato: “Temiamo che l’aumento delle tensioni possa ripercuotersi sulla gente comune quindi abbiamo deciso di interrompere il nostro viaggio”.
Negli Usa “misure discriminatorie e restrittive” contro studenti cinesi
Anche agli studenti fuori sede è sconsigliato di partire alla volta degli Usa. Sono tra gli iscritti stranieri più numerosi e contribuiscono ai 50 miliardi di dollari che gli studenti internazionali hanno iniettato nell’economia statunitense nell’anno accademico 2023-2024. In seguito all’avviso della autorità, però, la preoccupazione sull’incertezza dei visti, dopo le notizie direvoche improvvise e “arbitrarie” negli Usa, è aumentata. “Non capisco bene tutte queste politiche – ha detto una studentessa che vorrebbe studiare in California dal prossimo autunno a Sixth Tone – Mi sembra di aver scelto il momento peggiore”. Già un mese fa il ministero degli Esteri aveva chiesto a Washington di interrompere le “misure discriminatorie e restrittive” nei confronti degli studenti cinesi che studiano in Cina, dopo che il presidente di una commissione della Camera degli Stati Uniti aveva inviato lettere ad alcune università statunitensi chiedendo informazioni sull’intera popolazione studentesca cinese. Qualche giorno fa è arrivato un avviso del ministero dell’Istruzione cinese che raccomanda agli studenti di valutare tutti i rischi quando pensano di studiare in uno degli stati Usa nel prossimo futuro, dopo che l’Ohio ha approvato una legge sull’istruzione superiore che “include clausole negative nei confronti della Cina e impone restrizioni agli scambi e alla cooperazione nel campo dell’istruzione tra università cinesi e americane”.