He Xianyang, la scrittura è donna
È stata messa in sordina per un quarantennio, sovrastata da firme maschili e da convenzioni letterarie che dovevano obbedire più alle regole del partito comunista che all’intima ispirazione degli autori. Dagli anni Ottanta, ma soprattutto dagli anni Novanta, la scrittura cinese al femminile ha però cominciato a ritrovare la propria dimensione, sia declinando temi classici in chiave femminile, senza però alcuna concessione autobiografica (Chi Li, Fang Fang), sia approfondendo gli aspetti intimistici, per raccontarsi come allo specchio (Lin Bai, Chen Ran, Xu Xiaobin).
Oggi la letteratura femminile in Cina è un brand di grande successo commerciale, la cui eco è arrivata fino a noi più che altro attraverso opere dirompenti, casi-scandalo firmati dalle scrittrici più giovani e urbane (Mian Mian, Zhou Weihui) che usano la letteratura per raccontare le loro vite dissolute.
Ma in un Paese che corre alla velocità della luce anche la scrittura, come la società, cambiano rapidamente. Quali sono allora le tendenze della letteratura femminile attuale? Quali i nomi da tenere d’occhio? Quali le novità più interessanti, e rispetto a quali tematiche?
He Xianyang, critica letteraria cinese di fama, capace di giudizi controcorrente, ne parlerà con il pubblico milanese martedì 26 ottobre alle 14.30 al convegno internazionale Al di là dei cliché. Rappresentazioni altre del femminile, organizzato dal Dipartimento di Lingue e Culture Straniere dell’Università degli Studi di Milano al Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano (piazza Montanelli 1, 20099 Sesto San Giovanni – MM1 Sesto Marelli). La critica cinese presenterà un quadro del panorama letterario femminile della Cina di oggi, sottolineando argomenti, stili e tendenze generali della scrittura delle donne in Cina, ma anche soffermandosi sulle conseguenze che l’immersione del Paese nel flusso della globalizzazione ha portato e porterà nell’attività delle scrittrici. He approfondirà in particolare un genere emblematico della scrittura delle donne in Cina, quello della letteratura omosessuale femminile, partendo in particolare dal romanzo Il villaggio di Xiema Shan della scrittrice Sun Huifen, vincitrice in Cina del prestigioso premio Mao Dun.
Alle 16, all’interno dello stesso panel – moderato da Alessandra Lavagnino, direttore dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano – interverrà anche Silvia Pozzi, docente di cultura e traduzione specialistica cinese all’Università degli Studi di Milano. Parlando di Lo specchio e l’acqua, rappresentazioni del femminile nella letteratura cinese, fornirà nuovi spunti sulla scrittura delle donne in Cina, in particolare quella degli anni Novanta, soffermandosi sulle modalità di rappresentazione di sé sulla pagina scritta e sul significato rivoluzionario di questo “tuffo” nell’intimità e sulle caratteristiche della “scrittura del corpo” e dell’omosessualità femminile.
Mercoledì 27 ottobre alle 12, invece, Bettina Mottura, docente di lingua e cultura cinese presso l’Università degli Studi di Milano, parlerà di Donne nelle istituzioni cinesi contemporanee, analizzando le rappresentazioni del femminile nel discorso delle istituzioni cinesi.
Il convegno, nato con l’intento di creare un’occasione di dibattito internazionale e interculturale sul tema della rappresentazione del femminile nell’età moderna per confrontarsi su alcuni stereotipi associati alla donna e contribuire a scardinarli, vede la partecipazione di
personalità della cultura e della letteratura internazionale al femminile di tutto il mondo, spaziando dall’Africa contemporanea al Giappone, dalla Cina all’Europa. Per consultare il programma completo,
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Per informazioni:
Tel. 02.503 21675 (lunedì – venerdì, dalle 10.00 alle 13.00)
www.istitutoconfucio.unimi.it