Africa, continente giallo

Che cosa ci fanno centinaia di operai edili cinesi ammassati in cantieri-dormitorio organizzati come piccole Chinatown nel bel mezzo del deserto della Dancalia in Etiopia? E perché diventa sempre più frequente incrociare lo sciamare ordinato di funzionari di Pechino e businessmen di Shanghai negli hotel di Lagos o sulle rotte per Luanda? Il governo di Pechino sta estendendo la sua influenza nei paesi in via di sviluppo, esportando un modello organizzativo, sociale ed economico alternativo a quello dei paesi occidentali proprio a partire dal Continente Nero. Negli ultimi dieci anni l’Africa è diventata l’obiettivo strategico primario di Pechino e il vero banco di prova della capacità cinese di esportare, adattare e ripensare continuamente il proprio modello di sviluppo.
Stefano Gardelli, autore di L’Africa cinese. Gli interessi asiatici nel Continente Nero (Università Bocconi editore, 2009), parlerà di questo e dell’impatto del “Beijing consensus” sul continente nero mercoledì 4 maggio alle 18 nell’aula “Riccardo Massa” del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione di Milano-Bicocca (IV piano, edificio U6, Piazza dell’Ateneo Nuovo, 1, Milano). A presentarlo saranno Silvia Pozzi, docente di Lingua e letteratura cinese all’Università degli Studi di Milano e all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, e Giorgio Francesco Arcodia, docente di Istituzioni di linguistica all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

L’evento segna il primo appuntamento organizzato dall’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano presso la sua nascente ketang (classe Confucio) all’Università Bicocca.

L’Africa cinese. Gli interessi asiatici nel Continente Nero
di Stefano Gardelli
Università Bocconi editore, 2009
146 pagine, 15 euro
Per informazioni: Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, tel. 02.50321675 (lunedì – venerdì, dalle 10.00 alle 13.00), info.confucio@unimi.it, www.istitutoconfucio.unimi.it.