Il cinema cinese dalla RPC alla quinta generazione
Dal 1949, anno di fondazione della Repubblica popolare cinese, ad oggi, epoca dei registi della cosiddetta “Quinta Generazione”, il cinema cinese ha vissuto cambiamenti profondi e repentini, al pari con la società in cui si è sviluppato. Con la nascita della RPC la “settima arte” divenne innanzi tutto arte di Stato, con la missione di tradurre in immagini la realtà del sistema e di mantenerne la legittimità. In quanto mezzo facilmente accessibile alle masse, il cinema divenne strumento educativo per il popolo e mezzo di propaganda per eccellenza.
Entro i limiti fissatigli, tuttavia, il cinema poteva tradurre linee politiche diverse: lo stesso episodio si prestava a interpretazioni differenti giocando sul punto di vista del regista e dello sceneggiatore e attribuendo importanza maggiore a un personaggio o a un altro. Questo creò problemi a molti film.
La situazione diventò assai più cupa nel decennio della Rivoluzione culturale, e fu solo con l’avvio delle riforme di Deng Xiaoping e con la riapertura delle accademie di cinema che i registi cinesi riscoprirono una relativa libertà nel creare le proprie opere con modalità e stili nuovi. Ecco allora formarsi ed affermarsi nomi come Zhang Yimou, Chen Kaige, Tian Zhuangzhuang e Zhang Junzhao: alcuni dei più famosi tra i registi della Quinta Generazione, quella che ha permesso al cinema cinese di affermarsi sulla scena mondiale.
Ad essi, solo in anni recenti, hanno cominciato ad affiancarsi anche personalità provenienti dal cinema indipendente: una nuova generazione di cineasti capaci di imporsi a livello internazionale proponendo una vivacità di linguaggi e di tematiche pari, se non superiore per potenza sovvertitrice, alla Quinta Generazione.
Di tutto questo parlerà Fabio Scarselli, esperto di cinema cinese, mercoledì 17 aprile alle 12.30 in aula T9 al Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano (piazza Montanelli 1, 20099 Sesto San Giovanni, MM1 Sesto Marelli), percorrendo le vicende, i casi e i nomi più interessanti e significativi degli ultimi 60 anni di cinema cinese.
Ingresso libero.
L’incontro è organizzato dall’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con gli insegnamenti di Lingua e cultura cinese dell’Università degli Studi di Milano.
Fabio Scarselli, laureato in Lingue e Civiltà Orientali all’Istituto Universitario Orientale di Napoli con una tesi sulla Storia del cinema cinese degli anni ’50, si occupa di cinema da molti anni, collaborando con società di produzione e distribuzione cinematografica. Ha iniziato studiando cinema all’Istituto Paolo Valmarana di Bassano del Grappa, diretto da Ermanno Olmi, e ha continuato la sua ricerca teorica e pratica sulla storia e sulla produzione cinematografica, prima alla Beijing Film Academy di Pechino, in seguito con il Master EMAM, che gli ha permesso di lavorare per varie società di distribuzione nazionali e straniere nella selezione e successiva acquisizione di titoli per la distribuzione. Recentemente ha prodotto un cortometraggio animato intitolato “Cantarella” ed è attualmente in fase di pre-produzione con un nuovo progetto di animazione.