Parliamo di libri – Maturare tardi
Torna anche quest’anno la rubrica Parliamo di libri dell’istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano che inaugura la nuova stagione 2024-2025, come promesso, con “Maturare tardi”, l’ultima opera del premio Nobel Mo Yan disponibile in lingua italiana grazie alla traduzione di Maria Rita Masci e Patrizia Liberati.
In questa nuova raccolta di dodici racconti, Mo Yan ci riporta a Gaomi, la sua terra natale, per esplorare ricordi e avventure che rivelano i profondi cambiamenti del suo paese. Attraverso la lente di esperienze personali e di personaggi familiari, l’autore riflette su come la maturità possa manifestarsi in modi inaspettati.
C’è chi nasce coraggioso e da grande diventa un vigliacco, e chi da piccolo ha paura di tutto e una volta cresciuto diventa intrepido. È questa la differenza tra chi matura presto e chi matura tardi, ci spiega Mo Yan nel racconto che dà il titolo alla raccolta. A ispirare questa riflessione è il suo amico d’infanzia Jiang Er, che in passato era uno dei quattro scemi del villaggio e ora è diventato un imprenditore di successo. La parabola dell’amico non è priva di sotterfugi e risvolti comici, ma il tema sta davvero a cuore all’autore, il quale ha dichiarato in un’intervista che essere maturi equivale a raggiungere una forma definitiva, a cristallizzarsi, dunque: quanto di più pericoloso per uno scrittore, soprattutto quando ha vinto un premio importante come il Nobel. Meglio non dormire sugli allori, sembra dirsi Mo Yan. Se l’impulso creativo è sempre nuovo, il territorio esplorato è quello d’elezione: Gaomi, nella provincia dello Shandong, dove l’autore è nato e cresciuto. Molti racconti hanno per cornice un suo ritorno a casa, durante il quale incontra parenti e vecchie conoscenze, di cui ci racconta la storia o che a sua volta gli confidano vicende e pettegolezzi. I testi spaziano così dai suoi ricordi d’infanzia, ambientati all’epoca dolorosa del Grande balzo in avanti e della Rivoluzione culturale, fino ai tempi attuali, non sempre meno problematici. Muovendosi agilmente in questa materia densa, Mo Yan posa su tutto il suo sguardo ironico e sferzante, ma a tratti anche nostalgico.
A parlarne, lunedì 14 ottobre, saranno le traduttrici Maria Rita Masci e Patrizia Liberati. Modererà l’incontro la prof.ssa Alessandra Lavagnino.
L’incontro, organizzato dall’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, si terrà alle ore 17.00 sul canale YouTube dell’Istituto Confucio.
L’autore
Mo Yan, premio Nobel per la Letteratura nel 2012, è nato nel 1955 in Cina, nella provincia dello Shandong, da una famiglia di contadini. Oltre che scrittore è stato soldato semplice, caposquadra, istruttore e segretario. Fra le sue numerose opere narrative, Einaudi ha finora pubblicato Sorgo rosso, L’uomo che allevava i gatti e altri racconti (entrambi del 1997), Grande seno, fianchi larghi (2002), Il supplizio del legno di sandalo (2005), Le sei reincarnazioni di Ximen Nao (2009), Le rane (2013), Le canzoni dell’aglio (2014), Il Paese dell’alcol (2016), I quarantuno colpi (2017), I tredici passi (2019) e Maturare tardi (2024).
Le relatrici
Maria Rita Masci (L’Aquila, 1954) si è laureata in cinese presso l’Università La Sapienza di Roma nel 1980, dopo aver studiato in Cina presso le Università Liaoda di Shenyang e Nanda di Nanchino. Nel 1989 ha conseguito il Dottorato di ricerca in Orientalistica presso l’Istituto Orientale di Napoli con la tesi “L’immagine cinese dell’Occidente attraverso i diari e i resoconti di viaggio della seconda metà del XIX secolo”. Ha lavorato presso l’Ambasciata italiana in Cina come esperto sinologo dal 1998 al 2002. È consulente della Casa editrice Einaudi dal 1995.
Dalla seconda metà degli anni Ottanta si occupa di divulgare in Italia la letteratura cinese contemporanea, ha tradotto e/o curato la pubblicazione delle opere di Mo Yan, Acheng, Cang Xue, Su Tong, Yu Hua, Liu Sola, Wang Anyi, Xu Xing, Han Shaogong, Bai Xianyong, Liu Yichang. Ricordiamo in particolare La trilogia dei re di Acheng, La canzone dell’eterno rimpianto di Wang Anyi, I tredici passi di Mo Yan. Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, fra cui La Repubblica, La Stampa, il Manifesto, Aspenia, Lo Straniero, gli asini.
Patrizia Liberati ha tradotto opere di Mo Yan, Yan Lianke, Liu Zhenyun, Li Er, Jia Pingwa, Han Shaogong e altri scrittori cinesi contemporanei. Ha ottenuto il premio Procida Isola di Arturo – Elsa Morante (2009), il premio Nazionale per La Traduzione (2014) e lo Special Book Award of China (2023). Dal 2014 è condirettore editoriale della rivista “Caratteri”.
Modera l’incontro:
Alessandra Lavagnino, già professore ordinario di Lingua e cultura cinese presso l’Università degli Studi di Milano, è membro del Consiglio direttivo e Direttore di parte italiana dell’Istituto Confucio di quell’Ateneo. Ha trascorso molti anni in Cina per studio, lavoro, ricerca; ha tradotto e curato la pubblicazione di numerosi testi di letteratura cinese antica, moderna e contemporanea ed è autrice di volumi, saggi accademici e articoli sulla cultura cinese.
- Data
- 14/10/2024 - 17:00
- Indirizzo
- Online, canale YouTube dell'Istituto Confucio
- Partecipazione
- Incontro Online aperto a tutti sul canale Youtube dell'Istituto Confucio